Dal 1992 al 2023, le ecomafie in Italia sono state responsabili di oltre 900mila reati ambientali accertati, con una media impressionante di quasi 80 illeciti al giorno, pari a uno ogni 18 minuti. È questo il bilancio tracciato da Legambiente, che ha celebrato i 30 anni dal primo rapporto sulle ecomafie in un convegno a Roma. Durante l’evento, Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, ha sottolineato l’importanza degli strumenti di contrasto introdotti negli ultimi anni, come la legge sugli ecoreati approvata nel 2015, ma ha anche evidenziato che “resta molto da fare”, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente.
Ecomafie in Italia: il bilancio di 30 anni di illeciti ambientali
In tre decenni, l’attività delle ecomafie ha rappresentato un attacco “costante e incessante” all’ambiente italiano. Oltre ai reati ambientali accertati, sono state denunciate quasi 730mila persone e sono stati effettuati più di 224mila sequestri. Il fenomeno delle ecomafie, che riguarda diverse filiere illegali, ha generato un giro d’affari stimato in 259,8 miliardi di euro negli ultimi 30 anni, una cifra superiore di 60 miliardi all’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Ecoreati e criminalità organizzata
Le regioni a tradizionale presenza mafiosa – Campania, Calabria, Puglia e Sicilia – sono quelle più colpite dal fenomeno. Qui si concentra quasi la metà degli illeciti ambientali accertati (45,7%). La Campania, in particolare, detiene il primato con 117.919 reati accertati, seguita da Calabria, Sicilia e Puglia. Anche il Nord Italia, tuttavia, registra numeri significativi, con la Lombardia in testa tra le regioni settentrionali (37.794 illeciti).
In tutto, sono stati censiti 378 clan mafiosi coinvolti in attività legate all’ecomafia, con interessi che spaziano dal ciclo illegale del cemento a quello dei rifiuti, dalle filiere agroalimentari al traffico di specie protette.
Le principali filiere illegali delle ecomafie
Tra le attività più redditizie per le ecomafie spicca la filiera del cemento, con 215mila reati accertati, concentrati soprattutto in Campania (30.177), Calabria (22.849), Puglia (18.788) e Lazio (18.115).
Il ciclo illegale dei rifiuti occupa il secondo posto con 146.480 reati accertati, principalmente in Campania, Puglia, Calabria, Lazio e Sicilia. Dal 2002 a oggi, sono state aperte 608 inchieste, che hanno portato a quasi 3.500 arresti e coinvolto oltre 1.700 aziende. Tra i materiali sequestrati figurano 60 milioni di tonnellate di rifiuti, tra fanghi di depurazione e scarti industriali.
La strada verso la legalità e la tutela ambientale
“Senza legalità non c’è tutela ambientale”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sottolineando l’urgenza di adottare misure più incisive per combattere il fenomeno delle ecomafie e proteggere l’ambiente.
In 30 anni, la consapevolezza della minaccia delle ecomafie è aumentata, così come gli strumenti per contrastarle. Tuttavia, il fenomeno continua a rappresentare una grave minaccia per l’ambiente e la salute pubblica. Per questo motivo, è fondamentale rafforzare il quadro normativo e garantire una gestione trasparente e sostenibile delle risorse naturali.
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