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Cop29: cosa succederà al vertice sul clima di Baku?

Fonte immagine: Freepik

L’inizio della conferenza e le sfide per il clima globale


L’11 novembre 2024 si sono aperti a Baku, in Azerbaijan, i lavori della ventinovesima Conferenza delle Parti sul clima (Cop29), con la partecipazione di 195 Paesi. L’obiettivo? Affrontare e risolvere i grandi temi climatici, dai finanziamenti necessari per sostenere l’azione climatica ai limiti posti dal crescente riscaldamento globale. Simon Stiell, segretario dell’Unfccc, ha sottolineato l’urgenza di un impegno concreto e ambizioso sulla finanza climatica, evidenziando come un tale investimento non rappresenti beneficenza, ma un vantaggio per tutte le nazioni. Tuttavia, la Cop29 si svolge in uno scenario complesso, segnato dall’assenza di molti leader mondiali e dall’incertezza sull’impegno degli Stati Uniti con la nuova presidenza Trump.

Obiettivi di Cop29: mantenere la soglia di 1,5°C


Il vertice si inserisce nel quadro di impegni presi con l’Accordo di Parigi, che mira a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali. Tuttavia, i dati sono allarmanti: le emissioni globali sono aumentate dell’1,3% nel 2023, quando invece sarebbe necessario un calo del 43% entro il 2030. L’ultimo rapporto dell’Unep chiarisce che contenere il riscaldamento globale entro la soglia è ancora tecnicamente possibile, ma richiederà un’inversione di rotta immediata e drastica: i gas serra dovrebbero diminuire del 7% all’anno da qui al 2030. Baku si propone di mantenere vive le ambizioni del vertice di Dubai (Cop28), che aveva avviato la “transizione dalle fossili,” ma ora i delegati devono decidere se confermare questo impegno e dare maggiore concretezza agli obiettivi.

Il programma della conferenza e i temi chiave


La Cop29 segue un calendario di giornate tematiche, una formula che si è consolidata nelle ultime conferenze sul clima. Ogni giornata è dedicata a un tema specifico per concentrare i lavori su argomenti chiave e stimolare azioni mirate. Ecco i principali appuntamenti:

  • 11 novembre: inaugurazione della conferenza;
  • 12-13 novembre: vertice dei Leader sul Clima, con focus sulle azioni concrete e gli impegni dei leader mondiali;
  • 14 novembre: finanza, investimenti e commercio;
  • 15 novembre: energia, pace e ripresa post-disastro;
  • 16 novembre: innovazione e digitalizzazione;
  • 18 novembre: capitale umano, giovani, salute ed educazione;
  • 19 novembre: cibo, agricoltura e acqua;
  • 20 novembre: urbanizzazione, trasporto e turismo;
  • 21 novembre: natura, biodiversità, parità di genere e popoli indigeni;
  • 22 novembre: sessione conclusiva per gli accordi finali, con la possibilità di prolungare le negoziazioni nel weekend.

La finanza climatica: un punto cruciale della Cop29


Il tema più urgente a Baku riguarda la finanza per il clima. I paesi in via di sviluppo chiedono che il finanziamento annuale da parte dei paesi ricchi passi dagli attuali 100 miliardi a 1.000 miliardi di dollari entro il 2035. Durante la Cop29, si discuterà il Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (NCQG), volto a stabilire criteri e contributi equi tra le nazioni. Tra i temi centrali c’è anche il fondo “Perdite e Danni,” per supportare i paesi più vulnerabili che affrontano disastri climatici e aiutare le popolazioni nell’adattamento. Tuttavia, l’impegno concreto sulla finanza climatica potrebbe risentire dell’elezione di Trump, che ha già promesso di ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e dall’Unfccc.

L’influenza della nuova presidenza Trump


La possibilità che Trump ritiri gli Stati Uniti dal Paris Agreement e, addirittura, dall’Unfccc, rappresenta una minaccia alla stabilità degli accordi climatici globali. Nel 2016 Trump aveva già annunciato l’uscita degli USA dagli accordi, decisione concretizzata nel 2020 e poi ribaltata dalla presidenza Biden. Con la vittoria elettorale del 2024, Trump potrebbe attuare nuovamente una politica anti-climatica, rallentando le azioni degli Stati Uniti e mettendo a rischio gli impegni di altre nazioni che competono con Washington.

L’assenza dei leader mondiali e l’incertezza sulle decisioni finali


La Cop29 di Baku è segnata anche dall’assenza di molti leader politici chiave, tra cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Vladimir Putin, e i leader di Francia, Germania e Brasile. Questo potrebbe limitare la capacità del vertice di raggiungere accordi concreti e coraggiosi, poiché spesso sono i negoziati diretti tra i vertici politici a sbloccare le situazioni più complesse. L’assenza di leader con potere decisionale aumenta il rischio che i negoziati si arenino su posizioni poco flessibili.

Record di riscaldamento e urgenza di azione


La conferenza di Baku si svolge in un contesto di crisi climatica senza precedenti. Secondo il sistema di monitoraggio Copernicus, il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, con un aumento della temperatura globale che ha ormai superato quota +1,5°C come media temporanea. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha confermato che, pur non superando ancora stabilmente la soglia di Parigi, il rischio è ormai molto concreto.

Cop29 come opportunità decisiva


La Cop29 di Baku rappresenta una delle ultime opportunità per mantenere il riscaldamento globale entro limiti sostenibili e per garantire un futuro più stabile alle nuove generazioni. Tuttavia, l’assenza di leader, le incertezze politiche, e la complessità dei dossier in agenda rendono il raggiungimento di risultati ambiziosi una sfida enorme.

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