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La batteria nucleare sviluppata in Cina è sicura?


L’azienda cinese Beijing Betavolt New Energy Technology ha sviluppato il prototipo di una batteria nucleare, con un’autonomia di ben 50 anni. Nonostante il nome possa trarre in inganno, all’interno di questa batteria non avvengono reazioni nucleari: sfrutta il decadimento di isotopi radioattivi.

A gennaio di quest’anno,  Beijing Betavolt New Energy Technology ha annunciato di aver sviluppato una batteria alimentata a isotopi, dalle dimensioni ridotte. La produzione di energia in questa batteria non avviene quindi attraverso reazioni chimiche ma sfruttando l’energia rilasciata dal decadimento radioattivo di un isotopo, in nichel-63. 

Quali sono le caratteristiche?

Questo dispositivo è in grado di conservare la carica per circa 50 anni: questo aprirebbe a dispositivi che non avrebbero bisogno di essere ricaricati, come uno smartphone o un drone. 

Oltre ai benefici della durata, questa batteria sarebbe in grado di resistere anche a un ampio intervallo di temperature, tra -60 °C e 120 °C.

Il prototipo attuale è abbastanza piccolo, con una dimensione di 15x15x5 millimetri e una potenza di 100 microwatt con una tensione di 3 volt.

L’obiettivo dell’azienda cinese è di arrivare a 1 watt entro la fine del 2025 e arrivare alla produzione di massa. Se il progetto proseguisse, sarebbe la prima batteria nucleare al mondo ad essere prodotta in serie.

Il funzionamento alla base

Per evitare fraintendimenti sul funzionamento di questa tecnologia, fermiamoci un attimo e vediamo meglio come funziona.

Dal nome della batteria (nucleare ndr) si potrebbe facilmente pensare che all’interno ci sia una vera e propria reazione nucleare, che come ben sappiamo può essere pericolosa (la stessa delle centrali nucleari o della bomba atomica, per intenderci).

Inoltre a differenza di ciò che avviene nelle centrali, questa batterie non produce scorie radioattive.

L’azienda cinese ha creato questa batteria inserendo un sottile strato di nichel-63 tra due fogli semiconduttori

Questa batteria funziona tramite il decadimento spontaneo (il nucleo atomico si divide) e la loro energia viene convertita dagli strati semiconduttori in corrente elettrica. 

La struttura di questa tecnologia è modulare, quindi si potrebbero collegare più batterie insieme per creare unità di una certa dimensione.

Ma questa tecnologia è sicura?

Stando a Betavolt questa tecnologia è perfettamente sicura, dato che non emette radiazioni all’esterno, non ha possibilità di prendere fuoco come le batterie normali e non produce scorie radioattive.

Questa tecnologia potrebbe aprire a un mondo totalmente diverso da quello che conosciamo, con dispositivi che non hanno bisogno di essere ricaricati per 50 anni e che non sono soggetti alle temperature invernali (che sappiamo essere causa di una minore autonomia nelle tradizionali batterie). 

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