Decreto FER-T: nuovi incentivi per le rinnovabili termiche
Il Decreto FER-T introduce un nuovo sistema di incentivi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili su larga scala. Destinato a impianti con potenza superiore a 2 MWt, il meccanismo prevede aste pubbliche competitive per assegnare contributi in conto esercizio per 10 anni. Le fonti incentivabili includono solare termico, geotermia, bioenergie e pompe di calore. L’obiettivo è accelerare la transizione energetica e favorire l’indipendenza dai combustibili fossili.
La proroga delle CER è in arrivo: tutte le novità
Con un intervento all’apertura della fiera KEY, il ministro dell’ambiente Picchetto ha annunciato importanti novità per promuovere lo sviluppo delle Comunità Energetiche […]
L’Italia può diventare 100% rinnovabile?
L'Italia può diventare 100% rinnovabile entro il 2050? Secondo studi recenti, la transizione è possibile, ma richiede un’espansione massiccia di solare ed eolico, oltre a investimenti in infrastrutture e accumulo energetico. Sfide e opportunità si intrecciano in un percorso che potrebbe portare il Paese verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità.
Le FER stabilizzano i prezzi del mercato?
Uno studio dell’Università di Cambridge ha analizzato l’impatto dell’espansione delle energie rinnovabili sulla volatilità dei prezzi elettrici in Europa. La ricerca dimostra che l’aumento della capacità installata di eolico e fotovoltaico riduce la dipendenza dal gas naturale, contribuendo a una maggiore stabilità dei prezzi. Secondo le simulazioni, il raggiungimento degli obiettivi dei Piani Energia e Clima (PNIEC) potrebbe abbassare i prezzi all’ingrosso dell’energia fino al 25% entro il 2030, con differenze significative tra i Paesi. Tuttavia, per ottenere una vera indipendenza dai prezzi del gas, servirebbe un incremento del 60% oltre i target attuali. Lo studio evidenzia anche possibili effetti collaterali, come il rischio di un calo eccessivo dei prezzi che potrebbe rendere meno redditizi gli investimenti nel settore. La soluzione? Ripensare i mercati energetici e i meccanismi di incentivazione per garantire un equilibrio tra crescita delle rinnovabili e sostenibilità economica del settore.
La Toscana vieta il 70% delle Aree Idonee
Approda in Consiglio regionale la nuova legge che definisce le aree idonee, ordinarie e non idonee per l’installazione di nuovi impianti di […]
Rinnovabili e paesaggio possono convivere?
Uno studio condotto da Althesys, in collaborazione con European Climate Foundation, dimostra che l’impatto delle energie rinnovabili – fotovoltaico ed eolico – sul territorio italiano è modesto. Attualmente, solo lo 0,15% della superficie agricola è occupata da impianti, e soluzioni come l’agrivoltaico e il recupero di aree dismesse possono minimizzare ulteriormente l’occupazione di suolo. Con una pianificazione consapevole e tecnologie innovative, è possibile armonizzare la transizione energetica con la tutela del paesaggio, garantendo uno sviluppo sostenibile per il futuro.
Il nuovo parco Fotovoltaico da Record
Fiumicino segna un nuovo record nella sostenibilità inaugurando il parco fotovoltaico aeroportuale più grande d’Europa. Progettato da Aeroporti di Roma e realizzato con Enel X e Circet, l’impianto copre 340.000 m² con 55.000 pannelli, generando 32 GWh annui e riducendo 11.000 tonnellate di CO2. Entro il 2030, il progetto raggiungerà una capacità di 60 MWp, affermando Fiumicino come modello di innovazione green per il settore dei trasporti.
Trump e i passi indietro sull’ambiente
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca è stato segnato dalla firma di numerosi ordini esecutivi, che ribaltano le politiche climatiche ed energetiche di Biden. Tra le principali decisioni: l'uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, la promozione dei combustibili fossili con la dichiarazione di un’“emergenza energetica nazionale”, il blocco dei nuovi parchi eolici offshore, il ritiro di fondi dall’Inflation Reduction Act e la cancellazione degli standard sulle emissioni dei veicoli. Queste misure rappresentano un’inversione di marcia che potrebbe compromettere gli sforzi globali contro il cambiamento climatico.
Sai a cosa serve lo Scambio sul Posto?
Lo Scambio sul Posto è un meccanismo gestito dal GSE che permette ai possessori di impianti fotovoltaici di utilizzare la rete elettrica come un sistema di immagazzinamento virtuale. L'energia prodotta e non consumata viene immessa nella rete, generando un credito energetico che può essere utilizzato in momenti di maggiore fabbisogno. Questo sistema garantisce vantaggi economici, come la riduzione della bolletta energetica, e ambientali, promuovendo l'utilizzo di fonti rinnovabili. L'articolo spiega nel dettaglio come funziona il meccanismo, come viene calcolato il contributo, chi può accedervi e come richiedere il servizio, offrendo anche un esempio pratico. Inoltre, analizza le tempistiche dei pagamenti, il ruolo del GSE e le prospettive future dello Scambio sul Posto, attualmente previsto fino al 2024.
L’impianto si può usare subito dopo l’installazione?
L'allaccio di un impianto fotovoltaico alla rete elettrica è il passaggio finale per iniziare a produrre e utilizzare energia solare. Scopri il processo, le tempistiche e l'importanza di affidarsi a professionisti per una connessione rapida e sicura.
Conosci le ecomafie? In Italia un illecito ogni 18 minuti
In Italia, le ecomafie rappresentano una minaccia persistente per l'ambiente, con un illecito accertato ogni 18 minuti negli ultimi 30 anni. Dal 1992 al 2023, si sono registrati oltre 900mila reati ambientali, concentrati soprattutto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia). Le attività più colpite sono il ciclo del cemento e quello dei rifiuti, con un giro d’affari stimato di quasi 260 miliardi di euro. Nonostante i progressi, come la legge sugli ecoreati del 2015, il fenomeno resta una grave minaccia che richiede interventi normativi e strategici più incisivi.
Neve dimezzata in Italia: sulle Alpi -50% in 100 anni
Uno studio condotto dall’Università di Trento e dall’Eurac Research di Bolzano ha rilevato che, negli ultimi 100 anni, il manto nevoso sulle Alpi italiane si è ridotto del 50% sui versanti meridionali e del 34% complessivamente. Il riscaldamento globale, con un aumento di 0,15°C per decennio, è la causa principale di questa perdita, che si concentra soprattutto sotto i 2000 metri di quota. La neve, fondamentale come riserva idrica e per l’ecosistema alpino, è sempre più scarsa, con conseguenze significative per l’ambiente e le risorse idriche.