La transizione energetica globale si gioca su due fronti principali: la produzione da fonti rinnovabili e la capacità di immagazzinare energia in modo efficiente e sostenibile. È proprio su quest’ultimo punto che arriva una notizia destinata a lasciare il segno: Google ha siglato una partnership con Energy Dome, la startup italiana che ha brevettato le innovative “batterie a CO₂”. Un accordo che non è solo una vittoria per l’azienda, ma rappresenta un segnale forte per l’Italia e per l’intero settore dell’accumulo energetico.
Fonte immagine: Energy Dome Srl
Perché serve lo stoccaggio energetico?
Il fotovoltaico e l’eolico sono le colonne portanti della transizione verde. Tuttavia, hanno una caratteristica intrinseca: la loro produzione è variabile e non sempre coincide con i picchi di consumo.
Esempio concreto: un impianto fotovoltaico produce moltissima energia a mezzogiorno, quando spesso i consumi domestici sono bassi, mentre la sera – quando la domanda cresce – la produzione cala drasticamente. Senza sistemi di accumulo, l’energia in eccesso viene immessa in rete, spesso sottopagata rispetto al costo dell’energia acquistata nelle ore serali.
Qui entrano in gioco le batterie di lunga durata (Long Duration Energy Storage, LDES), capaci di garantire disponibilità di energia rinnovabile 24 ore su 24.
La tecnologia di Energy Dome: la batteria che usa la CO₂
Energy Dome, nata a Milano e oggi tra le startup energetiche più innovative d’Europa, ha brevettato un sistema di accumulo che sfrutta l’anidride carbonica in un ciclo termodinamico chiuso:
- Durante la fase di carica, l’energia rinnovabile viene usata per comprimere e liquefare la CO₂, che viene conservata in appositi serbatoi.
- Nella fase di scarica, la CO₂ liquida viene fatta evaporare ed espandere in una turbina, generando elettricità.
- Il tutto senza emissioni, senza consumo della CO₂ utilizzata e senza materiali rari come litio o cobalto.
Il risultato è un sistema sostenibile, scalabile e con durata tecnica oltre i 30 anni. Inoltre, secondo Energy Dome, l’efficienza si aggira intorno al 75%, con costi competitivi rispetto alle batterie al litio su larga scala.
L’accordo con Google: energia pulita 24/7
Google ha fissato un obiettivo ambizioso: alimentare tutte le proprie attività con energia carbon-free, 24 ore su 24, entro il 2030. Per riuscirci, servono tecnologie di accumulo affidabili e a lunga durata. Da qui l’interesse per la soluzione italiana.
L’accordo prevede:
- Un investimento diretto da parte di Google in Energy Dome;
- Lo sviluppo di una pipeline di impianti in Europa, Asia e Stati Uniti;
- L’utilizzo delle batterie a CO₂ per alimentare data center e infrastrutture globali del colosso americano.
Il primo tassello concreto è già operativo: a Ottana, in Sardegna, è stato realizzato un impianto pilota da 20 MW di potenza, capace di garantire energia fino a 24 ore consecutive, sufficiente ad alimentare circa 15.000 abitazioni.
Perché questa tecnologia è così importante per l’Italia
L’accordo tra Google ed Energy Dome non è solo un riconoscimento per una startup brillante, ma una vetrina internazionale per l’ingegno italiano. In un settore spesso dominato da giganti americani e asiatici, l’Italia dimostra di poter giocare un ruolo da protagonista.
I benefici potenziali sono molteplici:
- Energia rinnovabile continua e programmabile: addio alle fluttuazioni che spesso frenano eolico e fotovoltaico.
- Riduzione della dipendenza da minerali critici: le batterie a CO₂ usano materiali comuni e facilmente reperibili.
- Maggiore sicurezza energetica: sistemi di accumulo distribuiti rendono le reti più resilienti.
- Spinta occupazionale e industriale: nuove filiere tecnologiche, ricerca e posti di lavoro in un settore strategico.
Cosa significa per le famiglie e le imprese
Potrebbe sembrare una tecnologia lontana dall’applicazione quotidiana, ma non è così.
Se nei prossimi anni la CO₂ Battery dovesse diffondersi su larga scala, i vantaggi si tradurranno anche per cittadini e imprese in:
- Bollette più stabili e basse, grazie a una rete elettrica più equilibrata;
- Maggiore penetrazione del fotovoltaico residenziale e delle comunità energetiche, perché l’accumulo diventa più efficiente;
- Riduzione dei blackout e dei picchi tariffari.
Conclusioni: un’Italia che innova
L’investimento di Google in Energy Dome non è solo un’operazione commerciale, ma un messaggio chiaro: la transizione energetica richiede tecnologie innovative e sostenibili. E l’Italia, spesso percepita come in ritardo sul fronte industriale, dimostra di avere eccellenze in grado di guidare il cambiamento.
Il futuro dell’energia non sarà solo nella produzione di rinnovabili, ma soprattutto nella capacità di gestirle e stoccarle in modo intelligente. E in questa sfida, la batteria a CO₂ di Energy Dome potrebbe diventare uno dei pilastri della nuova era energetica.
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