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In Europa c’è troppa energia rinnovabile?

Nel panorama energetico europeo si sta delineando una situazione paradossale: l’energia, in alcuni momenti, sta diventando così abbondante da avere un prezzo negativo. Questo fenomeno, che a prima vista potrebbe sembrare vantaggioso per i consumatori, nasconde in realtà una serie di problematiche complesse che mettono a rischio la sostenibilità a lungo termine del settore delle energie rinnovabili.

Un record di prezzi negativi

Secondo un recente rapporto della società di consulenza ICIS, nei primi otto mesi del 2024, i prezzi dell’elettricità in Europa sono scesi sotto lo zero per ben 7.841 ore, stabilendo un nuovo record. In alcuni casi, i prezzi sono addirittura precipitati sotto i -20 euro per megawattora. Questo significa che, in determinate circostanze, i produttori di energia stanno effettivamente pagando i consumatori per utilizzare l’elettricità.

Le cause del fenomeno

Questa situazione è il risultato di una rapida espansione della capacità di produzione di energia solare ed eolica in Europa, che ha superato la capacità del continente di gestire l’eccesso di offerta. Negli ultimi cinque anni, la capacità totale degli impianti solari in Europa è più che raddoppiata, passando da 127 GW a 301 GW, mentre la capacità eolica è aumentata da 188 GW a 279 GW.

Questo incremento ha portato a un risultato storico: nella prima metà del 2024, per la prima volta, la produzione di energia da fonti solari ed eoliche ha superato quella delle centrali a combustibili fossili. Tuttavia, lo sviluppo di sistemi di accumulo dell’energia, come le batterie, non ha tenuto il passo con questa crescita, creando uno squilibrio tra offerta e domanda.

Le implicazioni per il settore

Mentre i prezzi negativi possono sembrare un vantaggio per i consumatori, rappresentano una seria minaccia per la sostenibilità economica dei progetti di energia rinnovabile in Europa. Bjarne Schieldrop, capo analista delle materie prime presso la banca svedese SEB, ha paragonato questa situazione a un “hara-kiri” per il settore, sottolineando come una produzione eccessiva porti inevitabilmente a un crollo dei prezzi e a perdite per i produttori.

Il problema è aggravato dai sistemi di sostegno governativi inizialmente introdotti per accelerare la transizione verso le energie rinnovabili. Naomi Chevillard, responsabile degli affari normativi di SolarPower Europe, ha spiegato che gli ingenti investimenti iniziali richiesti per i progetti solari e altre fonti rinnovabili spingono i produttori a continuare la produzione anche in condizioni di mercato sfavorevoli, nella speranza di recuperare l’investimento.

Il fenomeno della “cannibalizzazione dei prezzi”

I prezzi negativi sono l’espressione più estrema del cosiddetto effetto di “cannibalizzazione dei prezzi” delle energie rinnovabili. Questo fenomeno si verifica quando i prezzi dell’energia crollano nei momenti di alta produzione da fonti rinnovabili, tipicamente nelle giornate soleggiate e ventose.

L’energia solare è stata il principale motore dei prezzi negativi, poiché la produzione solare tende ad essere più costante e prevedibile, concentrandosi nelle ore centrali della giornata, soprattutto in primavera ed estate. Matthew Jones, responsabile dell’analisi energetica presso ICIS, ha sottolineato come la produzione solare tenda a raggiungere il picco contemporaneamente in diverse parti d’Europa, creando un eccesso di offerta.

Le sfide future e le possibili soluzioni

L’Unione Europea ha obiettivi ambiziosi per aumentare la produzione di energia solare ed eolica nel quadro dei suoi obiettivi climatici. Tuttavia, come avverte Schieldrop di SEB, è necessario prestare maggiore attenzione allo sviluppo di sistemi di accumulo e flessibilità energetica, pena il rischio di “andare incontro a problemi con il crollo dei prezzi”.

Anche Mario Draghi, ex governatore della Banca Centrale Europea, ha sottolineato l’importanza di accompagnare l’adozione delle energie rinnovabili con adeguati investimenti in reti, flessibilità e stoccaggio dell’energia.

Jones di ICIS prevede che il problema dei prezzi negativi potrebbe essere “in gran parte risolto” entro il 2030, grazie alla costruzione di più batterie e all’installazione di più elettrolizzatori per la produzione di idrogeno in Europa. Tuttavia, avverte che la cannibalizzazione dei prezzi continuerà a rappresentare una sfida per il settore.

Conclusioni

Il paradosso dei prezzi negativi dell’energia in Europa mette in luce la complessità della transizione verso un sistema energetico basato sulle fonti rinnovabili. Mentre l’aumento della produzione di energia pulita è un obiettivo lodevole e necessario per affrontare la crisi climatica, è evidente che questa transizione deve essere accompagnata da un parallelo sviluppo delle infrastrutture di rete, dei sistemi di accumulo e delle tecnologie per la gestione flessibile della domanda.

Solo attraverso un approccio olistico e bilanciato sarà possibile garantire un futuro energetico sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico. La sfida per l’Europa nei prossimi anni sarà quella di trovare il giusto equilibrio tra la rapida espansione delle energie rinnovabili e la creazione di un sistema energetico resiliente e affidabile, capace di gestire efficacemente l’intermittenza delle fonti rinnovabili senza compromettere la stabilità economica del settore.

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