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L’EU dice si ai dazi sulle auto cinesi

Recentemente, l’Europa ha fatto un passo significativo nel panorama automobilistico, imponendo dazi aggiuntivi fino al 36,3% sui veicoli elettrici (EV) importati dalla Cina. Questa decisione, sostenuta anche dall’Italia e dalla Francia, ha generato dibattiti intensi riguardo alle implicazioni economiche e politiche. In questo articolo, esploreremo le motivazioni alla base di questa mossa, le potenziali conseguenze e l’impatto che avrà sull’industria automobilistica europea.

Il voto del Comitato Difesa Commerciale dell’UE

Il 4 ottobre, il Comitato difesa commerciale dell’Unione Europea ha votato per confermare l’imposizione di dazi aggiuntivi sui veicoli elettrici cinesi. Il risultato del voto ha visto 10 paesi favorevoli, 5 contrari e 12 astenuti, evidenziando una divisione all’interno dei Ventisette. Tra i paesi che hanno votato a favore figurano Italia, Francia e Polonia, mentre Germania e Ungheria si sono opposti a questa decisione.

Con il voto del Comitato, non si è raggiunta la maggioranza qualificata necessaria per bloccare l’imposizione dei dazi, consentendo alla Commissione Europea di procedere con la sua proposta. Questi dazi rappresentano una risposta alle preoccupazioni sull’ingiustizia competitiva nel mercato automobilistico, dove le case automobilistiche cinesi, grazie a sussidi governativi, hanno conquistato quote di mercato significative.

Motivazioni dietro l’imposizione dei Dazi

L’Unione Europea ha giustificato l’introduzione dei dazi aggiuntivi come una misura necessaria per contrastare i sussidi pubblici cinesi che avvantaggiano i produttori di auto. Secondo le stime del Center for Strategic and International Studies (CSIS), la Cina ha concesso aiuti per almeno 230 miliardi di euro negli ultimi 14 anni, favorendo l’espansione delle sue aziende nel mercato europeo.

Questa situazione ha sollevato preoccupazioni non solo per i produttori europei, ma anche per il futuro della sostenibilità ambientale. Le misure protezionistiche sono state adottate in un contesto in cui l’Europa sta cercando di promuovere l’adozione di veicoli elettrici, e i dazi sono visti come un modo per sostenere l’industria locale.

Le aliquote dei dazi e il loro funzionamento

I nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi varieranno a seconda del produttore e della loro cooperazione con le autorità europee. Ad esempio, BYD avrà un dazio del 17%, mentre SAIC, che non ha collaborato con le indagini, subirà un’aliquota del 36,3%. Queste tariffe si aggiungono al già esistente 10% di dazio sulle importazioni di auto elettriche.

Queste misure non solo colpiranno i produttori cinesi, ma influenzeranno anche marchi europei e americani come BMW e Tesla che producono veicoli in Cina e li importano in Europa. La Commissione ha, inoltre, già avviato colloqui con le autorità cinesi per cercare di trovare un accordo che eviti una guerra commerciale.

Le rappresaglie cinesi e l’industria casearia Europea

In risposta all’imposizione dei dazi, la Cina ha minacciato di colpire l’industria alimentare europea, in particolare i prodotti caseari come latte e formaggi. Questa rappresaglia potrebbe avere un impatto significativo su paesi come Italia, Francia e Olanda, che sono tra i maggiori esportatori di prodotti lattiero-caseari in Cina. Con un giro d’affari potenziale di 1,7 miliardi di euro, il settore potrebbe subire danni considerevoli.

Standard emissivi e competizione nel settore automobilistico

Mentre i paesi europei si preparano a fronteggiare le conseguenze dei nuovi dazi, è emerso che una misura da sola potrebbe non proteggere adeguatamente l’industria automobilistica europea. L’ONG Transport & Environment (T&E) ha sottolineato l’importanza di abbinare i dazi a rigidi standard sulle emissioni. Secondo le previsioni, entro la fine del 2024, il 25% delle auto elettriche vendute in Europa sarà di provenienza cinese.

Se l’Europa non fissa obiettivi ambiziosi per le emissioni, la quota di mercato cinese potrebbe aumentare ulteriormente, mettendo in pericolo le aziende locali. Una strategia di politica industriale che combini dazi e severi standard di emissione è vista come fondamentale per mantenere competitiva l’industria automobilistica europea.

Conclusione

L’imposizione di dazi aggiuntivi sulle auto elettriche cinesi rappresenta un’importante svolta per l’industria automobilistica europea, ma porta con sé rischi e opportunità. Mentre l’Europa cerca di proteggere il proprio mercato, la risposta della Cina potrebbe innescare una spirale di ritorsioni che potrebbe danneggiare diversi settori. La sfida ora sarà trovare un equilibrio tra la protezione dell’industria locale e il mantenimento di relazioni commerciali sane e reciprocamente vantaggiose.

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