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Rinnovabili e paesaggio possono convivere?

Uno studio recente condotto da Althesys, in collaborazione con European Climate Foundation, offre una nuova prospettiva sull’impatto delle energie rinnovabili – fotovoltaico ed eolico – sul territorio e sulle comunità locali. Contrariamente a quanto spesso temuto, l’analisi dimostra che l’impatto di queste tecnologie è modesto e, con una pianificazione attenta, è possibile armonizzare la transizione energetica con la tutela del paesaggio.

I numeri dell’impatto territoriale

L’analisi condotta da Althesys sottolinea che attualmente l’impronta del fotovoltaico ed eolico a terra occupa solo lo 0,15% della superficie agricola utilizzata in Italia, una percentuale estremamente bassa. Con una potenza installata di 9 GW, il fotovoltaico utilizza circa 167 km² di suolo. Entro il 2035, con l’obiettivo di raggiungere 20 GW, l’occupazione salirà a 283 km², ma grazie a soluzioni come l’agrivoltaico – che combina produzione energetica e utilizzo agricolo – il risparmio di superfici agricole sarà significativo, fino al 70%.

Anche l’eolico conferma un basso impatto territoriale. Attualmente, con una capacità di 12,3 GW a terra, l’energia eolica occupa solo 18 km² di suolo. Entro il 2035, con un’espansione a 30 GW, l’occupazione salirà a 44 km², mantenendo comunque un’impronta molto contenuta rispetto ad altre attività umane.

Il ruolo dell’agrivoltaico e delle aree dismesse

Lo studio identifica l’agrivoltaico e il recupero di aree dismesse – come zone industriali, cave abbandonate e parcheggi – come soluzioni chiave per minimizzare l’impatto sul territorio. Questi approcci permettono di sfruttare superfici già compromesse o inutilizzate, integrando produzione energetica e altre attività, senza sottrarre spazio ad aree verdi o agricole.

La pianificazione consapevole: un’urgenza

Per garantire uno sviluppo sostenibile, è essenziale adottare una pianificazione consapevole e distribuita. Lo studio evidenzia l’importanza di bilanciare grandi impianti centralizzati con produzioni diffuse, come quelle residenziali e commerciali. La transizione energetica, infatti, richiede non solo il passaggio alle rinnovabili, ma anche un sistema elettrico decarbonizzato e sostenuto da reti intelligenti, sistemi di accumulo e tecnologie innovative.

Perché puntare sulle rinnovabili?

Nonostante le critiche, è fondamentale ricordare che l’impatto delle rinnovabili è nettamente inferiore rispetto a quello delle fonti fossili. Gasdotti, raffinerie e centrali termoelettriche comportano costi ambientali, climatici e territoriali molto più elevati. Al contrario, le rinnovabili rappresentano una soluzione avanzata ed efficiente per affrontare l’urgenza climatica, garantendo innovazione, progresso tecnologico e una maggiore efficienza energetica.

Conclusione

Le energie rinnovabili, se integrate con attenzione e progettate con consapevolezza, possono convivere armoniosamente con il paesaggio e le comunità locali. La sfida è trasformare la transizione energetica in un’opportunità per il territorio, privilegiando aree a basso impatto e soluzioni innovative. La vera domanda non è se le rinnovabili siano compatibili con il paesaggio, ma come possiamo implementarle al meglio per creare un futuro sostenibile e vantaggioso per tutti.

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