Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, segnato dal giuramento del 20 gennaio, ha portato una raffica di ordini esecutivi destinati a ribaltare le politiche ambientali e climatiche dell’amministrazione Biden. Tra le decisioni più controverse figurano l’uscita dall’Accordo di Parigi, la promozione dei combustibili fossili e il blocco dello sviluppo dell’energia rinnovabile.
Uscita dall’Accordo di Parigi sul clima
Uno dei primi provvedimenti di Trump è stato il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, ribaltando la decisione di rientrare presa da Biden durante il suo mandato. Secondo Trump, l’accordo è inefficace e penalizza l’industria americana a vantaggio di paesi come la Cina. Sebbene l’uscita ufficiale avrà effetto tra un anno, la Casa Bianca ha dichiarato la sua validità immediata. Questa decisione rischia di compromettere ulteriormente gli obiettivi globali di limitare il riscaldamento a 2°C.
Emergenza energetica e combustibili fossili
Trump ha dichiarato un’“emergenza energetica nazionale” per giustificare il potenziamento dell’estrazione di petrolio e gas. Tale misura permette di sospendere alcune normative ambientali e accelerare i permessi per l’estrazione di risorse naturali, anche in aree protette come l’Alaska. Con lo slogan “Drill, baby, drill”, il presidente ha sottolineato l’intenzione di sfruttare le immense riserve di fonti fossili degli Stati Uniti.
Stop alla mobilità elettrica e all’energia rinnovabile
Tra le misure più significative, Trump ha cancellato l’obiettivo non vincolante di Biden di far sì che il 50% delle auto nuove vendute entro il 2030 fosse elettrico. La motivazione? Salvaguardare l’industria americana e contrastare l’avanzata cinese. Inoltre, ha bloccato i nuovi progetti di parchi eolici offshore, citando presunte problematiche economiche e ambientali, nonostante il potenziale tecnico di questa fonte rinnovabile negli Stati Uniti sia immenso.
Tagli all’Inflation Reduction Act e standard sulle emissioni
Trump ha ordinato il ritiro dei fondi non ancora spesi dell’Inflation Reduction Act (IRA), colpendo il cuore della transizione ecologica voluta da Biden. Inoltre, ha avviato il processo per eliminare gli standard sulle emissioni dei veicoli, favorendo così l’industria automobilistica tradizionale a scapito della riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Apertura di terre federali all’estrazione
Infine, il presidente ha deciso di aprire vasti territori federali, compresi ambienti ecologicamente sensibili come alcune aree dell’Alaska, all’estrazione di petrolio, gas e minerali, segnando un ulteriore passo indietro nelle politiche di tutela ambientale.
Un’inversione di marcia con conseguenze globali
Le decisioni di Trump rappresentano un netto cambio di rotta rispetto all’amministrazione precedente e pongono nuove sfide per la lotta al cambiamento climatico a livello globale. La mossa degli Stati Uniti rischia di ridurre significativamente gli sforzi internazionali per contenere le emissioni di gas serra e promuovere un’economia più sostenibile. Con il secondo più grande emettitore mondiale di CO₂ fuori dall’Accordo di Parigi, il resto del mondo sarà chiamato a intensificare i propri sforzi per mantenere vivo l’obiettivo di salvaguardare il pianeta.
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