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Le possibili conseguenze del conflitto in Medio Oriente

Mentre le tensioni in Medio Oriente—specie tra Israele e Iran—si intensificano, cresce anche la preoccupazione per le ripercussioni sui mercati energetici globali. La minaccia di chiusure nello Stretto di Hormuz, l’embargo alla produzione iraniana e possibili attacchi informatici alle infrastrutture stanno pesantemente influenzando petrolio, gas e le bollette dei consumatori.

🛢️ Spike al petrolio, impatto sulle bollette

Dopo l’attacco statunitense alle strutture nucleari iraniane, il Brent ha guadagnato oltre l’11%, toccando i 78 $/barile. Goldman Sachs sottolinea che se lo Stretto di Hormuz venisse chiuso, i prezzi potrebbero temporaneamente volare fino a 110 $ , mentre Citi prevede un range tra 120 e 130 $ in caso di interruzioni a lungo termine .

Questo aumento non rimane relegato alle raffinerie: trasporti, elettricità, riscaldamento e gasolio agricolo risentono immediatamente dei rialzi. In Europa, il prezzo del diesel è già cresciuto del 15% , con possibili rincari nelle bollette ripercussioni ai consumatori e alle imprese.

🔥 Gas: paura ma scorte tamponano il colpo

L’impatto sul gas europeo è meno immediato: prezzi spot TTF sono saliti del 7,5% fino a circa 33,5 €/MWh, a causa delle tensioni con l’Iran. Tuttavia, con lo stoccaggio al 62 % (quasi 2/3 pieni), le scorte potranno aiutare a contenere l’ondata di rialzi . Il commento di Simone Tagliapietra di Bruegel è chiaro: finché le scorte reggono, i prezzi non schizzano, ma un’ulteriore escalation potrebbe ribaltare tutto.

🌍 Tensione nella supply chain e ripercussioni geopolitiche

Oltre all’aumento dei costi energetici, la possibile escalation del conflitto sta già creando caos logistico: lo Stretto di Hormuz canalizza un quinto del petrolio mondiale. La minaccia incombente di possibili interruzioni aggrava i costi di trasporto e frenano forniture come il GNL. L’IMF ricorda che un incremento del gas del 10% può alzare l’inflazione in Europa, aggravando la crisi economica.

🏛️ Cosa dicono i politici europei?

  • Goldman Sachs avverte che un taglio del 50% nei flussi petroliferi porterà il Brent a 110 $.
  • Il Citi Institute stima che il Brent rimanga tra 75–78 $ se l’export iraniano scende di 1,1 milioni b/d, e salga a 120–130 $ in un conflitto prolungato.
  • L’IMF, benché conservativo, avvisa che un conflitto prolungato “potrebbe spingere l’inflazione europea al rialzo”.

🔍 Meglio preparati che spaventati

L’esperienza della guerra in Ucraina insegnò che scorte piene e diversificazione possono attutire il colpo. Tuttavia, chi dipende dalle bollette del gas—riscaldamento, industrie energivore, agricoltura—potrebbe subire contraccolpi. L’Europa ha risposto con misure sul gas (Market Correction Mechanism) e strategie REPowerEU per rinforzare le reti energetiche e promuovere le rinnovabili.

⚡ Conclusione

Questo è un momento critico: l’instabilità mediorientale alimenta un aumento dei prezzi dell’energia che, seppure tamponato al momento, potrebbe esplodere con un’ulteriore escalation. Il futuro della transizione energetica, l’efficacia delle scorte strategiche e la sicurezza del sistema determinaranno se l’Europa riuscirà a superare l’ennesima sfida senza sbandare.

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