Dopo oltre 20 anni di onorata carriera, lo Scambio sul Posto (SSP) — il meccanismo che ha reso accessibile il fotovoltaico domestico in Italia — è pronto a lasciare il passo a nuove forme di valorizzazione dell’energia rinnovabile. Con la deliberazione ARERA 78/2025/R/efr e il D.M. 457/2024, è stata ufficializzata la graduale chiusura di questo storico incentivo, fissando tempi e modalità precise per il superamento definitivo.
Vediamo insieme cosa cambia, quando e quali alternative avranno a disposizione i produttori fotovoltaici.
Cos’era lo Scambio sul Posto e come funzionava
Lo Scambio sul Posto è stato per anni una forma di autoconsumo “virtuale” che permetteva di compensare l’energia prodotta e immessa in rete con quella prelevata in un momento diverso. In pratica, se il tuo impianto produceva più energia di quella che consumavi di giorno, l’eccesso veniva immesso nella rete elettrica e successivamente “scambiato” con energia prelevata di sera o in giornate nuvolose.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) riconosceva un contributo economico annuale, calcolato in base all’energia immessa e prelevata, che consentiva di abbattere in parte il costo delle bollette.
Le date da segnare sul calendario
La normativa ha fissato due scadenze chiave:
- 29 maggio 2025: ultimo giorno utile per mettere in esercizio un nuovo impianto fotovoltaico che voglia ancora accedere al regime di Scambio sul Posto.
- 26 settembre 2025: termine ultimo per inviare al GSE la domanda di accesso per i nuovi impianti già entrati in esercizio entro la data precedente.
Chi ha già una convenzione SSP attiva potrà continuare a usufruirne fino alla naturale scadenza, che — per effetto delle recenti modifiche — non potrà andare oltre i 15 anni dalla prima sottoscrizione della convenzione.
Cosa succede agli impianti esistenti
A partire dal 31 dicembre 2024, il GSE ha già iniziato a disattivare le convenzioni più anziane, quelle che hanno raggiunto i 15 anni. Per queste:
- Le eventuali eccedenze maturate saranno liquidate entro il 30 giugno 2025
- Se non richiesto diversamente, il GSE passerà automaticamente gli impianti cessati al Ritiro Dedicato
Le alternative al posto dello Scambio sul Posto
Dal 2025 chi installerà un nuovo impianto fotovoltaico o chi uscirà gradualmente dallo SSP potrà scegliere tra tre opzioni:
Ritiro Dedicato
È la modalità base di valorizzazione dell’energia immessa in rete. Il GSE acquista l’energia prodotta al prezzo zonale di mercato (PUN), con una gestione più semplice rispetto alla vendita diretta. È un sistema adatto a chi non può autoconsumare tutta l’energia prodotta.
Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)
Una soluzione sempre più diffusa. Le CER permettono di condividere energia tra più utenti locali, beneficiando di una tariffa incentivante sull’energia condivisa (valida 20 anni) e di eventuali contributi in conto capitale PNRR per i comuni sotto i 50.000 abitanti. Un modello innovativo e sostenibile che favorisce l’autoconsumo collettivo.
Autoconsumo con accumulo
Investire in un impianto con sistema di accumulo permette di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso durante il giorno e utilizzarla quando serve. È il metodo più efficace per ridurre la dipendenza dalla rete e dalle tariffe variabili.
Conclusioni
Il 2025 segna la fine di un’epoca per il fotovoltaico italiano, ma apre anche la strada a opportunità più moderne e vantaggiose. Comunità energetiche, sistemi di accumulo e nuovi incentivi rappresentano la naturale evoluzione di un settore in continua crescita.
Chi sta valutando oggi un impianto fotovoltaico ha davanti a sé strumenti più performanti e modelli di consumo condiviso che permettono non solo di risparmiare, ma anche di contribuire attivamente alla transizione energetica del Paese.
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