Le prime notizie sul Fondo Nazionale per il Reddito Energetico risalgono al 2020, ma viste le condizioni del momento (pandemia e riordino delle competenze energetiche) il piano da 200 milioni di euro fu messo in pausa.
In questi giorni il fondo in questione è tornato alla ribalta, con il ministro Gilberto Pichetto che ha comunicato di aver firmato il Decreto Ministeriale per l’impiego delle risorse (200 milioni di euro). La registrazione del provvedimento è ora in mano alla Corte dei Conti, ma facciamo un passo indietro.
Cos’è il reddito energetico?
Il Reddito Energetico nasce nel 2017 nel Comune sardo di Porto Torres, grazie all’on. Riccardo Fraccaro (Movimento 5 Stelle ndr).
L’idea consiste nell’assegnare ai cittadini le risorse per acquistare impianti fotovoltaici domestici in comodato. Si parla di piccoli sistemi sotto i 20 kW che consentono al Comune di ri-alimentare il fondo tramite la vendita del surplus di produzione.
Si parla quindi di un piano circolare che se messo in moto nel modo corretto permetterebbe un grande aiuto all’efficientamento delle case.
A Porto Torres l’applicazione di quest’idea ha portato a risultati a dir poco eccellenti: sono stati installati 50 impianti con 9.000 euro di risparmi per i cittadini, 8.000 euro che hanno alimentato il fondo rotativo e 65 tonnellate di CO2 in meno.
Questo successo ovviamente è uscito dai confini comunali, con la possibilità di offrire il fotovoltaico alle famiglie in povertà energetica. Questo strumento ha conquistato non solo la Sardegna, ma anche Lazio e Puglia.
Il Fondo Nazionale Reddito Energetico
Per lo sblocco definitivo del fondo si è dovuta attendere la Delibera n. 47/2022 con cui il Piano sviluppo e coesione del MASE è stato incrementato di 200 milioni di euro.
Nonostante la mancanza del passo finale da arte della Corte dei Conti, il decreto firmato dal ministro Pichetto porta tutto più vicino alla realtà.
Il fondo da 200 milioni si concentrerà sugli anni 2024/2025, con una natura rotativa.
Come indicato dal ministro, l’80% delle risorse andrà al Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
Inoltre il provvedimento permette versamenti volontari per incrementare lo strumento (amministrazioni centrali, Regioni, Province, organizzazioni pubbliche e no-profit).
Come funziona il Reddito Energetico Nazionale?
Il provvedimento si rivolge a famiglie in condizioni di disagio economico. Per accedere a questo tipo di contributo infatti sarà necessario avere un ISEE inferire ai 15mila euro, oppure 30mila nel caso di famiglie con almeno 4 figli a carico.
Lo strumento aiuterà nell’acquisto dell’impianto fotovoltaico tramite conto capitale, per impianti non inferiori a 2 kW e non superiore ai 6 kW. L’operatività del fondo spetta al Gestore dei Servizi (GSE).
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